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time: 3 minutes (and about 250 steps in case of reading while walking)
Today I'm
inaugurating the realization of a project that I managed to carry out by taking
advantage of this very bad and long period in which my real job, tourism, is
practically locked. I had been poking around on the web for years, dwelling on
this technique of "Soldering Jewelry Broken China", that is, welding
jewelry with fragments of broken Chinese plates, which is much more widespread
in the United States. I always thought I couldn't do it, too many materials to
get and too much precision required both in cutting and finishing the pieces
and in soldering for me, who am a messy person and is at ease if I can create
with just the use of my hands. For months now, between one lockdown and
another, I had been wandering around junk and second-hand markets looking for
loose, dated porcelain, whether from Bavaria or England or China or Italy, as
long as it evoked romantic floral patterns or landscapes or scenes of country
life, precious or not, in both bright and subtle colors, to make two- or three-tier
buffet stands with plates from another era to be drilled to insert the pin.
Unfortunately, the first time I drilled a hole in a plate I messed up... yes,
the plate has broken. I had to get the hand with the drill on the porcelain,
sensitive but hard, look for the right tips and continue changing the tip from
the first, very small, up to the largest and right to enter the pin.... and so
it was ... slowly. However, it was unthinkable for me to have to give up that
broken plate, so I took advantage of that opportunity to deepen the study of
the technique of Broken China in order to reuse the shards and since then I
have no longer broken plates unintentionally, but only voluntarily. I then
began to study chemistry as I had not even done at school, metals and their
symbols, alloys, merger. I bought the necessary tools, had fun going to markets
to look for the most interesting plates to break, shape them, solder them to
create unique pendants to be mounted on steel chains with or without
tone-on-tone beads or light single or multi-colored aluminium rosaries, and in
the end I was able to revive my very first love, which was jewelry making, A
passion that I began to cultivate in secondary school when I used to make
brooches with das (a special paste), or bracelets with a loom, to weave the
names of my school friends with beads, rings and earrings. I remember that I
used to buy the materials in a small shop, which I discovered still exists, not
far from Piazza Navona in Rome, standing in long queues before going in, with a
list of accessories and small parts to be bought in a hurry, because behind me
there were people clinging to me, frantic to get to the counter and get those
precious materials. Over time, thanks to my curiosity, which can only rival
that of a cat, I have acquired new techniques with which to create
eco-sustainable jewelry and accessories for women, all aimed at recovering
materials such as certain fabrics used to make discarded clothes. Those who
know me know that my specialty is handmade roses made from more or less
precious fabrics and assembling them to create necklaces, bracelets, hats or
retro headbands or applying them to the necklines of second-hand clothes or
even regenerating vintage handbags. With the Broken China technique, I can
experiment with combinations of materials that have been used up to now, from
fabrics to crystals, vintage buttons, porcelain or ceramics. In the meantime, after having rediscovered my
patience, my stubbornness, my ability to concentrate and my desire to always
try out new things, I have created these treasures, each one a unique piece,
with its imperfections, some intentional, others random, after hours spent
experimenting, making mistakes, undoing and trying again. Each of them is
embraced and protected by an eco-sustainable packaging as it is itself a
decorative element, strictly hand sewn and made with recycled fabrics. I hope
you like them, I love them, all of them.
*** single fotos in JEWELRY AND ACCESSORIES SECTION ***
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Tempo di lettura: 3 minuti (e 250 passi circa nel caso di lettura passeggiando)
Oggi inauguro la realizzazione di un progetto che sono riuscita a portare avanti approfittando di questo bruttissimo e lungo periodo in cui il mio vero lavoro, il turismo, è praticamente fermo. Erano anni che curiosavo sul web soffermandomi su questa tecnica del "Soldering Jewelry Broken China" ossia saldatura di gioielli con frammenti di piatti rotti cinesi, molto più diffusa negli Stati Uniti. Ho sempre pensato di non poterci riuscire, troppi i materiali da procurarsi e troppa la precisione richiesta sia nel taglio e rifinitura dei cocci che nella saldatura per me che sono una che pasticcia ed è a suo agio se riesce a creare con il solo uso delle proprie mani. Già da mesi, tra un lockdown e l'altro, avevo iniziato a girare per mercatini di rigatteria e dell'usato in cerca di porcellane sfuse, datate, che fossero di Bavaria o Inglesi o Cinesi o Italiani, purchè evocanti romantiche fantasie floreali o paesaggi o scene di vita campagnola, preziose e non, dai colori sia accesi che lievi per realizzare delle alzatine da buffet a due o tre livelli con piatti di altri tempi da forare per inserire il perno. Purtroppo alla prima prova di foratura di un piatto ho fatto la frittata.. eh si, il piatto si è rotto. Dovevo prendere la mano con il trapano sulla porcellana, sensibile ma dura, cercare le punte giuste e proseguire cambiando punta dalla prima, piccolissima, fino a quella più grande e giusta per far entrare il perno.... e così è stato ... piano piano. Tuttavia era impensabile per me dover rinunciare a quel piatto rotto, così ho approfittato di quell'occasione per approfondire lo studio della tecnica del Broken China per poter riutilizzare i cocci e da allora non ho più rotto involontariamente piatti, ma solo volontariamente. Ho iniziato quindi a studiare chimica come neanche a scuola avevo fatto, i metalli ed i loro simboli, le leghe, le fusioni. Ho acquistato gli strumenti necessari, mi sono
divertita
ad andare per mercatini a cercare i piatti più interessanti da rompere, modellare in forme diverse, saldare per creare dei ciondoli unici da montare su catenelle in acciaio con o senza perline tono su tono o leggeri rosari mono o multicolore in alluminio ed alla fine ho potuto far rivivere il mio primissimo amore ossia la creazione di gioielli, passione che ho iniziato a coltivare sin dalle scuole medie quando realizzavo delle spille con il das, oppure dei braccialetti con il telaio, per tessere con le perline il nome delle mie amichette di scuola, di anellini ed orecchini. Ricordo che acquistavo i materiali in un piccolo negozio, che ho scoperto esiste ancora, non distante da Piazza Navona, facendo file lunghissime prima di entrare, con la lista degli accessori e delle minuterie da comprare in fretta e furia perchè dietro avevo la gente appiccicata che fremeva per arrivare al banco e procurarsi quei preziosi materiali. Nel tempo, grazie alla mia curiosità che può competere solo con quella di un gatto, ho acquisito nuove tecniche con cui cimentarmi per dar vita a gioielli e accessori femminili eco sostenibili, tutte mirate al recupero di materiali come certi tessuti utilizzati per la confezioni di capi ormai dismessi. Chi mi conosce sa che la mia specialità sono le roselline realizzate a mano con tessuti più o meno pregiati ed assemblarle per creare collane, bracciali, cappellini o cerchietti retro oppure applicarle alle scollature di abiti di seconda mano o ancora per rigenerare borsette vintage. Con la tecnica del Broken China posso sbizzarrirmi a sperimentare abbinamenti con i materiali finora utilizzati, dai tessuti, ai cristalli, ai bottoni vintage, alla porcellana o alla ceramica. Intanto dopo aver riscoperto la mia pazienza, la mia testardaggine, la mia capacità di concentrazione e la voglia di cimentarmi sempre in cose nuove, per me, ho creato queste preziosità, ognuna è un pezzo unico, con le sue imperfezioni, alcune volute altre casuali dopo ore passate a sperimentare, sbagliare, disfare e riprovare. Ognuna di loro è abbracciata e protetta da un packaging eco-sostenibile in quanto esso stesso elemento decorativo, rigorosamente cucito a mano e realizzato con stoffe riciclate. Spero vi piacciano, io le adoro, tutte.
*** foto singole nella sessione GIOIELLI ED ACCESSORI